RECENSORE: Roberto Scanarotti, .

Titolo: Autoritratti di signora. Percorsi al femminile nella svizzera italiana del XX e XXI Secolo

Autore: Manuela Bonfanti

Editore: Edizioni Salvioni (Bellinzona)

Anno edizione: 2025

Pagine: 192

ISBN: 978-88-7967-552

Percorsi al femminile nella svizzera italiana del XX e XXI Secolo

di Manuela Bonfanti

Dopo “Ladra di memorie”, in cui ha affrontato il tema dell’Alzheimer, Manuela Bonfanti torna a proporre una nuova ricerca biografica dedicata alle donne. “Autoritratti di signora. Percorsi al femminile nella svizzera italiana del XX e XXI Secolo” esplora il vissuto di diciotto donne di età compresa tra i 28 e i 91 anni, testimoni di tre diverse generazioni che hanno avuto come sfondo sociale le declinazioni geografiche e antropologiche proprie della natura e della cultura “multipla” dello stato elvetico.

Intento fondamentale da cui prendono le mosse di questa nuova raccolta biografica è quello di dar voce a un universo femminile che sfugge di regola dal quadro delle storie degne di rilievo o, quantomeno, che gode di una ridotta attenzione. Promuovere la narrazione di sé significa restituire dignità a chi racconta, a far percepire la stretta connessione che lega le storie di vita alla Storia, scenario narrativo, di testimonianza e apprendimento che di regola non predilige il genere femminile.

“Il silenzio e l’invisibilità caratterizzano la Storia delle Donne e le loro storie di vita”, afferma Bonfanti dosando attentamente le maiuscole. “Anche quando le donne hanno lasciato tracce scritte o/e orali, esse non sono state sufficientemente studiate poiché chi si occupa di raccogliere la parola e di indagare la vita – il mondo intellettuale rappresentato da giornalisti, storici, antropologi, sociologi… – ha prestato loro un’attenzione ridotta e, verosimilmente, tendenzialmente androcentrica e stereotipata. L’avvento delle donne nelle professioni intellettuali e la nascita di associazioni e iniziative volte a questo scopo hanno partecipato a renderle finalmente oggetto di studio”.

Da biografa di comunità diplomata alla LUA, l’autrice ci svela nelle sue riflessioni poste a margine dei racconti il sentimento di partecipazione che l’ha mossa verso questa nuova esperienza, che all’indegno occhio maschile di chi scrive non appare affatto occasione di rivendicazione femminista, ma assolutamente di testimonianza di valorizzazione del femminile. Chi raccoglie le storie degli altri sa che non esistono vite senza senso; sa che dietro alle apparenti “normalità” di vissuti rimasti in ombra si nascondono spesso potenziali romanzi, e sempre qualche buona occasione per imparare dalle risonanze amplificate dalle narrazioni.

Molto interessante il metodo adottato da Bonfanti, evocativo e scrupoloso al tempo stesso. La vita è inquadrata nella metafora del mondo vegetale ed è suddivisa in “stati” diversi: radici, terreno, crescita, gemme, boccioli, fiori e profumi diventano le tracce del raccontarsi che si raccordano ai vari momenti della vita in cui si sviluppa il narrato. La scrupolosità dell’autrice, che con questo lavoro rivela ancor più ottime doti di ricercatrice sociale, si svela in particolare nel capitolo “Riepilogo”, in cui analizza i contenuti dei racconti e li ripropone come ulteriore spunto di riflessione in una interessante prospettiva sociologica.

Un canto a più voci per onorare la donna nella sua dignità narrativa: questo è “Autoritratti di signora”, un libro consigliato a chi si interessa di biografie di comunità, maschi compresi.

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