RECENSORE: Giorgio Macario, .

Titolo: La vita s'impara.

Autore: Corrado Augias

Editore: Einaudi (Torino)

Anno edizione: 2024

Pagine: 283

ISBN: 978-88-06-25959-4

di Corrado Augias

“Quando ho preso a scriverlo, parecchio tempo fa,
questo libro se ne andava un po’ di qua un po’ di là
come un battello senza bussola che non sa più vedere l’approdo.”
(Incipit)

“Si vive senza capire granché,
quando si afferra il senso della vita
è ora di morire (…)
anch’io sono vissuto a lungo senza capire granché (…)
ora so che la vita s’impara e va un po’ meglio,
però s’è fatto tardi.” (
Finale)

 

 

Corrado Augias in questa sua opera autobiografica, ben conscio che “conoscere sé stessi è un compito doveroso che può diventare spiacevole”, accompagna il lettore in un viaggio ondivago che si avvia senza che sia minimamente visibile un possibile approdo, avanza nel suo cammino ripercorrendo la parte ‘pubblica’ della sua vita senza trascurare numerosi riferimenti a ‘componenti intime’, per poi riconoscere la raggiunta parziale acquisizione di una maggiore consapevolezza, pur nello scarso tempo di vita ancora disponibile.

Il percorso familiare dell’autore, dall’infanzia all’adolescenza fino alla giovinezza, occupa la prima parte del volume e approfondisce, accanto alle figure del padre e della madre, il suo affacciarsi alla vita adulta sostanzialmente invischiato in un ‘trivio’: “tecnicamente ebreo per discendenza matrilineare, battezzato e allevato in un collegio cattolico, sostanzialmente ateo.”

Ma è il percorso intellettuale di Corrado Augias ad emergere con forza non solo nelle parti quinta (‘Un po’ la vita, un po’ i libri’) e sesta (‘Maestri antichi per tempi nuovi’), espressamente dedicate all’influenza nel suo percorso -fra gli innumerevoli altri- degli scritti di Feurbach, Nietzsche e Freud da un lato e di Benedetto Spinoza, Ernest Renan, oltre ad Orazio (con le Satire) e Lucrezio (con il De rerum natura), dall’altro. Tutto il suo tragitto nell’adultità (specie in ambito professionale) viene descritto dalla seconda alla quarta parte del volume, mostrando uno stretto intreccio con le principali vicende storiche dell’Italia e con i più influenti ambienti intellettuali.

Già dal primo inserimento nel mondo del lavoro, dove vince due concorsi su tre, alla Banca Commerciale e alla RAI, venendo escluso dal terzo alla Olivetti -apprenderà 40 anni più tardi, solo perché considerato “troppo di sinistra”!-, e scegliendo la RAI, prende avvio un percorso che lo vedrà protagonista della nascita della Direzione centrale programmi culturali della RAI, del rilancio di RAI 3 nel 1987, partecipando nel frattempo alla fondazione del giornale ‘la Repubblica’ nel 1976; i programmi televisivi da lui ideati e diretti hanno poi spaziato negli anni successivi dalla RAI a LA7. La terza parte scandisce le esplorazioni connesse alle sue lunghe permanenze a Roma a Parigi, con racconti basati sulle esperienze personali e su precisi approfondimenti storici che danno vita a diverse pubblicazioni; a New York, dove pure ha soggiornato per diversi anni, viene dedicata solo una paginetta conclusiva, avendone subito il fascino ma ammettendo candidamente di non ‘amarla’.

La quarta parte è poi dedicata ad “una componente intima ancora più interessante: il lungo apprendistato a una matura dimensione d’intellettuale”; impossibile portare ad una qualche sintesi le 40 pagine del testo relativo che hanno il pregio di descrivere, con modalità associative, decine di episodi e citazioni che ricostruiscono l’educazione civile, storica, politica ed intellettuale dell’autore.

I dubbi, espressi nella settima ed ultima parte dedicata al ‘congedo’, sul fatto che questo scritto possa considerarsi una ‘biografia’ solo perché l’autore abbia inteso dare di sé un ‘ritratto medio’ e nel timore che la vita nel suo perenne divenire non sia riproducibile, appaiono altrettante “fisime”, come ipotizza lo stesso autore motivando la scelta del titolo: ‘La vita s’impara’, appunto.

Alla Libera Università dell’Autobiografia questo scritto sarebbe considerato pienamente autobiografico (da autos-bios-graphein, e cioè ‘scrittura della propria vita’). Leggendolo, ho ricordato un passaggio del testo di Duccio Demetrio tratto da “Raccontarsi” (Raffaello Cortina, 1996) che afferma: “La dimensione dell’io, il suo tempo, (…)  è comunque meritevole per lo sviluppo del programma autobiografico perché (…) è grazie all’io, alla sua lucidità e determinazione, che una storia di vita può prendere forma, assumere le necessarie scansioni, diventare campo di osservazioni meticolose e di riflessioni quasi-filosofiche.” Tutto questo, e molto altro, ho ritrovato ne ‘la vita s’impara’ di Corrado Augias che giunge nel finale, a condividere le considerazioni di Immanuel Kant nella sua Critica della ragion pratica, affermando “Siamo tutti fatalmente destinati a scomparire, anche se non completamente, perché la materia di cui siamo fatti ritornerà in qualche modo -sotto forma di humus, gas, cenere- nell’eterno ciclo del cosmo.”

 

 

COME ASSOCIARSI

Diventa socio della Libera Università dell’Autobiografia
di Anghiari!

Una comunità di scrittori e scrittrici di sé e per gli altri.

Sostieni la LUA e scopri tutti i vantaggi di essere socio:

CONTATTI LUA
  • Piazza del Popolo, 5
    52031 Anghiari (AR)
  • (+39) 0575 788847
  • (+39) 0575 788847
  • segreteria@lua.it