Raccolta di Storie Autobiografiche attorno alla resilienza di una professione
PREFAZIONE. L’autrice
L’esperienza non è il semplice “fare”, non coincide col mero “vissuto”. L’esperienza prende forma quando il vissuto diventa oggetto di riflessione e il soggetto se ne appropria consapevolmente. Diventare soggetti pensanti consente di guadagnare sapere dall’esperienza. Quando la mente evita l’esercizio del pensiero ci si sottrae alla possibilità, ma anche alla responsabilità, di cercare il senso della propria esperienza e quindi di essere autori consapevoli di ciò che si va pensando e ciò che si va facendo. Per mantenere allora i vissuti disponibili al pensiero è utile ricorrere alla scrittura la cui radice sta nella volontà di trattenere le cose. Scrivere significa documentare ciò che si vive facendo attenzione anche ai sentimenti con i quali si vivono gli eventi, alle contraddizioni che incrinano i vissuti, ai desideri che muovono il pensiero.
Per guadagnare sapere è necessario condividere la propria esperienza. Il racconto della propria esperienza e della lettura che si è fatta della stessa diventa un buon racconto quando presenta margini di incertezza e rimane aperto ad una pluralità di letture.
Da “Guadagnare sapere dall’esperienza” e “Apprendere dall’esperienza” di Luigina Mortari.
Sono una veterinaria da molti anni. Quando ho conosciuto la professione minacciata dalle mafie credevo di sapere molto del nostro difficile e bellissimo lavoro. Ascoltando quei veterinari ho capito in fretta, e nel dolore, che c’era un mondo a cui nessuno dava voce, se non per brevi momenti di passerella, e per il quale nessuno si stava impegnando con la costanza della determinazione.
La nostra è una professione amata non solo da chi la esercita ma anche da chi guarda ad essa e ad essa si rivolge. Tuttavia la nostra professione è anche una delle più sconosciute e segnata dagli stereotipi di un immaginario collettivo che vede accanto al veterinario un cane o un gatto, inconsapevole del suo ruolo primario nella salute umana, quando garantisce la salubrità degli alimenti e oggi anche la qualità ambientale.
Le cose vengono a noi quando le cerchiamo. Quando il dare voce a quella professione, ai suoi racconti, alle sue esperienze per trasformarli in un Sapere alla portata di tutti mi si è affacciato alla coscienza come una necessità così forte da diventare desiderio, ho incontrato la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, interiorizzando un percorso di rispetto e professionalità per l’ascolto e la scrittura delle storie dimenticate. Ognuna di queste storie si interfaccia con un testo di accompagnamento di guida, per il lettore, alla comprensione della professione del medico veterinario e della scelta del metodo autobiografico per farla conoscere. Questo libro vuole raccontare di una professione veterinaria sconosciuta, vuole portare, alla consapevolezza di una società civile attenta, la loro condizione affinché la parola solidarietà esca dai salotti per diventare coscienza partecipata attraverso un sapere empatico che, più di altri, il racconto autobiografico è in grado di destare.
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