A Binaria la presentazione del libro Veterinaria e mafie.
Il volume, che sarà presentato a Torino alle 18 di sabato 6 aprile, raccoglie le storie di contrasto alle mafie nella professione sanitaria.
Sette storie raccontate dalla viva voce di 7 veterinari che si sono scontrati con le mafie nel corso della loro attività professionale. Sette persone che mai avrebbero immaginato di incrociare la violenza delle organizzazioni criminali sul proprio percorso. Veterinaria e Mafie non è il libro di una categoria professionale, ma un racconto delle lacerazioni patite da quanti, malgrado le pressioni, hanno scelto di difendere la sanità pubblica, pur con tutte le ferite restanti.
Il testo sarà presentato in anteprima nazionale sabato 6 aprile, alle 18, a Torino, a Binaria, il Centro commensale del Gruppo Abele in via Sestriere 34, nel corso di una serata cui prenderanno parte Eva Rigonat, curatrice del libro; Nerina Dirindin di Illuminiamo la Salute; Sara Moretti della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari e Giovanni Chinnici della Fondazione Rocco Chinnici.
“Sono storie di amore per una professione troppo spesso nascosta, di emozioni nell’esercitare un ruolo fondamentale per la salute delle persone, che tocca gran parte di quello che mangiamo ogni giorno: uova, latte, latticini, miele, carni” spiega Massimo Brunetti, attivista di Illuminiamo la Salute, progetto nato per iniziativa di Libera, Gruppo Abele, Avviso Pubblico e Coripe Piemonte. “Storie di impegno, responsabilità e lealtà verso un ruolo che tutela i cittadini e anche l’ambiente. Storie da leggere per chi entra nella professione e si prepara a fare una scelta di vita, per riflettere e decidere quali sono i valori importanti del proprio agire professionale, trasformando così la deontologia in esperienza quotidiana. Vissuto che si trasforma in esperienza quando oggetto di riflessione”.
Curatrice della raccolta è Eva Rigonat che, come spiegano Caterina Benelli, Sara Moretti e Anna Maria Pedretti, docenti del corso Morphosis-Mnemon della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari “ha, prima di tutto, posto attenzione a qualcosa di sconosciuto agli occhi di tanti. Nelle storie raccontate in queste pagine si ritrovano motivi autobiografici fondamentali. Ritroviamo riflessioni su sé e sul proprio agire, narrazioni dirompenti che non trovano argini, la dimensione introspettiva che porta a chiedersi chi si è veramente”. Sette fiabe per ragazzi dai 9 agli 11 anni raccontano loro l’incontro con le mafie.
Veterinaria e mafie è stato realizzato con patrocinio della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari e del progetto Illuminiamo la Salute (promosso da Libera, Avviso Pubblico, Gruppo Abele e Coripe Piemonte) ed è consultabile e scaricabile, gratuitamente, online, sui siti
www.gruppoabele.org
www.illuminiamolasalute.it
Per info:
Progetto Illuminiamo la Salute
info@illuminiamolasalute.it
Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari
segreteria@lua.it
PREFAZIONE
L’autrice
L’esperienza non è il semplice “fare”, non coincide col mero “vissuto”. L’esperienza prende forma quando il vissuto diventa oggetto di riflessione e il soggetto se ne appropria consapevolmente. Diventare soggetti pensanti consente di guadagnare sapere dall’esperienza. Quando la mente evita l’esercizio del pensiero ci si sottrae alla possibilità, ma anche alla responsabilità, di cercare il senso della propria esperienza e quindi di essere autori consapevoli di ciò che si va pensando e ciò che si va facendo. Per mantenere allora i vissuti disponibili al pensiero è utile ricorrere alla scrittura la cui radice sta nella volontà di trattenere le cose. Scrivere significa documentare ciò che si vive facendo attenzione anche ai sentimenti con i quali si vivono gli eventi, alle contraddizioni che incrinano i vissuti, ai desideri che muovono il pensiero.
Per guadagnare sapere è necessario condividere la propria esperienza. Il racconto della propria esperienza e della lettura che si è fatta della stessa diventa un buon racconto quando presenta margini di incertezza e rimane aperto ad una pluralità di letture.
Da “Guadagnare sapere dall’esperienza” e “Apprendere dall’esperienza” di Luigina Mortari.
Sono una veterinaria da molti anni. Quando ho conosciuto la professione minacciata dalle mafie credevo di sapere molto del nostro difficile e bellissimo lavoro. Ascoltando quei veterinari ho capito in fretta, e nel dolore, che c’era un mondo a cui nessuno dava voce, se non per brevi momenti di passerella, e per il quale nessuno si stava impegnando con la costanza della determinazione.
La nostra è una professione amata non solo da chi la esercita ma anche da chi guarda ad essa e ad essa si rivolge.
Tuttavia la nostra professione è anche una delle più sconosciute e segnata dagli stereotipi di un immaginario collettivo che vede accanto al veterinario un cane o un gatto, inconsapevole del suo ruolo primario nella salute umana, quando garantisce la salubrità degli alimenti e oggi anche la qualità ambientale.
Le cose vengono a noi quando le cerchiamo.
Quando il dare voce a quella professione, ai suoi racconti, alle sue esperienze per trasformarli in un Sapere alla portata di tutti mi si è affacciato alla coscienza come una necessità così forte da diventare desiderio, ho incontrato la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, interiorizzando un percorso di rispetto e professionalità per l’ascolto e la scrittura delle storie dimenticate.
Ognuna di queste storie si interfaccia con un testo di accompagnamento di guida, per il lettore, alla comprensione della professione del medico veterinario e della scelta del metodo autobiografico per farla conoscere. Questo libro vuole raccontare di una professione veterinaria sconosciuta, vuole portare, alla consapevolezza di una società civile attenta, la loro condizione affinché la parola solidarietà esca dai salotti per diventare coscienza partecipata attraverso un sapere empatico che, più di altri, il racconto autobiografico è in grado di destare.
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