Report di Maria Pia Tuninetti
Arriviamo al Castello di Sorci in una giornata piovosa e freddina. La cornice è suggestiva e ci pone nel giusto spirito per affrontare questa avventura, da cui non sappiamo cosa aspettarci. Visi nuovi che si scrutano e si studiano.
Iniziamo il percorso con le presentazioni. Partono i docenti, Maria Grazia e Lorenzo, con una sintesi delle loro esperienze professionali e delle finalità del seminario. Ci informano che si svolgerà soprattutto in forma attiva ed esperienziale, riservando alla domenica le conclusioni teoriche. Di Lorenzo mi colpisce la scelta di esordire con la frase ‘sono, prima di tutto, un padre’, perchè questo incipit orienterà in qualche modo il percorso successivo del seminario, dove il riferimento ai legami familiari ed ai nostri figli ritornerà spesso.
Segue il giro di tavola, in cui ciascuno di noi racconta un pò di sè – lavori, famiglia, progetti e aspettative. Siamo diciassette, un gruppo eterogeneo per età, esperienze, provenienza geografica. Molti sono venuti da soli, altri in gruppo, come le psicologhe di Napoli o noi, quattro torinesi . Sedici donne e un solo uomo (ma “che Uomo”), a conferma che l’interesse per la scrittura di sè, per l’introspezione è più consono alle donne.
Subito dopo, ci immergiamo nel “copione di vita”, che tanto ci coinvolgerà in queste giornate. Intraprendiamo un viaggio nella nostra memoria, attraverso un lavoro di induzione, sapientemente condotto da Lorenzo, che ci suggerisce la domanda: “Chi mi da’ fiducia? Chi mi toglie fiducia?” Ricordi, personaggi, episodi riaffiorano sorprendentemente dalle diverse epoche della nostra vita. Alcuni percettibili come più nitidi, altri più sfumati, talvolta soltanto delle sensazioni.
Ci aspettavamo la richiesta di scrivere di questa esperienza e, invece, Lorenzo ci propone cartelloni, riviste, colori di vario tipo, forbici e colla e ci invita a dare libero sfogo alla creatività per comporre il copione della nostra vita in forma figurativa, attraverso le immagini, i disegni, i colori. Alcuni accolgono l’invito con entusiasmo, altri meno, ma dopo un pò siamo tutti inginocchiati per terra a ritagliare e incollare, disegnare e colorare. E, magicamente, i copioni prendono forma. È un lavoro individuale, intimo, introspettivo. Ciascuno immerso nel proprio mondo. Siamo soli con i nostri ricordi, la nostra storia, seppur uno a fianco all’altro. Il pomeriggio trascorre così.
Prima di congedarci, ci viene chiesto a chi vorremmo dedicare i nostri copioni e perchè. Ci immaginiamo allora i nostri ipotetici destinatari, quelli a cui vorremmo raccontare questa storia, per svelare una parte di noi mai espressa, per emozionarli, sorprenderli. Molti scelgono persone a loro vicine. Alcuni invece giocano con la fantasia, inventando personaggi immaginari.
Infine, ci viene consegnato un quaderno in cui annotare tutte le emozioni della giornata, positive e negative. Osservo i miei compagni di viaggio, li vedo assorti nell’esercizio di ascoltarsi ancora e di trovare le parole per esprimere ciò che stanno provando. Un sentimento, credo, ci accomuna: la sorpresa di quanta soddisfazione ci abbia regalato questo lavoro manuale, attraverso il quale stiamo scoprendo un pò più di noi.
Il mattino dopo è il momento della narrazione. Siamo chiamati a raccontare il nostro copione, a chiarire cosa sta dietro a quei meravigliosi collages. Lorenzo e M.Grazia ci invitano ad ascoltare, annotando sul quaderno le risonanze che gli episodi e le emozioni raccontate hanno con noi e con le nostre storie.
L’atmosfera si fa molto densa e partecipata. Ci conosciamo un po’ alla volta, condividiamo pezzi di storia, paure, timori, rabbia, delusioni, ma anche gioie, speranze, desideri. Ci offriamo reciprocamente ascolto e leggiamo gli spunti di riflessione che abbiamo annotato. Il tutto senza reticenze, con profonda empatia, con rispetto reciproco. Siamo tanti e il racconto di ognuno è vissuto dagli altri con tale intensità e partecipazione, che il tempo si dilata e scorre veloce senza che ce ne accorgiamo. Questo esercizio ci occupa gran parte della giornata.
Lorenzo e Maria Grazia ci conducono con grande esperienza: ponendo domande puntuali e incisive, ci stimolano ad analizzare un aspetto, a scegliere un tema da approfondire nel successivo esercizio di scrittura, a cui siamo chiamati subito dopo ed in cui siamo di nuovo soli con noi stessi, un breve tuffo nell’auto-analisi.
La giornata è stata intensa, ma non è ancora finita. Lorenzo ci offre il contributo di una videonarrazione, come altro esempio efficace per raccogliere storie di vita. È un’intervista narrativa, in cui c’è tutta la potenza delle immagini e dei suoni: l’intervistatore – dietro la videocamera – sa abilmente mixare le risposte della protagonista con i suoi sguardi, la voce, il viso, le fotografie, la colonna sonora. Il risultato è di forte impatto emotivo, in una giornata in cui le emozioni non sono di certo mancate.
Ci congediamo, quindi, con il bisogno di stemperare, di dormirci sopra, per accogliere questi nuovi stimoli, certi che nella notte e nei prox giorni sedimenteranno e porteranno i loro frutti.
La domenica è il momento di tirare le somme. Ci rendiamo conto che, attraverso la nostra esperienza diretta, abbiamo imparato molto. È il metodo di M.Grazia e Lorenzo: ricavare gli strumenti e le teorie dall’esperienza. Solo quando si sono individuati i nodi, alcuni risolti, altri presenti, altri ancora da slegare, quelli che ci provocano sofferenza e ci rendono vulnerabili, solo allora possiamo sentirci sufficientemente in grado di condurre altri nell’esplorazione della propria storia.
Alcuni fanno domande, chiedono chiarimenti, si affronta il tema dell’identità personale e della memoria, dell’identità culturale e della storia, e di muovo compaiono letture di alcuni passaggi di storie di vita e di scritture composte a due, raccolte nel corso dell’attività professionale quali porte d’accesso ad un sapere che si costruisce con l’esperienza, nell’esperienza come una sorta di viaggio iniziatico. E come tutti i viaggi prevede il ritorno a casa,il tempo è purtroppo finito, ci salutiamo a malincuore.
Questo seminario mi lascerà certamente un segno: avere condiviso con il gruppo ricordi ed emozioni, che credevo essere solo miei, è stata davvero un’esperienza forte ed arricchente. Ho ricevuto alcune risposte, ma sono soprattutto nate nuove domande, a cui cercherò di dare significato mettendo in pratica gli insegnamenti ricevuti.
Grazie ai miei compagni di viaggio,per le emozioni, le risonanze, l’attenzione all’altro, vissuti in questi tre giorni magnifici. Vi ho sentito molto vicini!
E grazie di cuore a M.Grazia e a Lorenzo, che con professionalità e esperienza, ma anche amorevolmente, ci avete ascoltati e guidati.
Di seguito alcuni commenti dei partecipanti raccolti attraverso scambi con e-mail nei giorni successivi: