RECENSORE: Roberto Scanarotti, .

Titolo: Altritudini. Una contastorie selvatica in cammino

Autore: Francesca Camilla D'Amico

Editore: Ediciclo (Portogruaro (Ve))

Anno edizione: 2024

Pagine: 160

ISBN: 978 88 6549 497 4

Una contastorie selvatica in cammino

di Francesca Camilla D’Amico

 

Francesca Camilla D’Amico, pescarese classe ’89, è narratrice, attrice di teatro e autrice dei suoi spettacoli. Fin da bambina si è nutrita l’anima di storie di vita e del mondo contadino, di leggende, miti, memorie collettive. E ha poi deciso di farsene custode, raccogliendole e raccontandole. Possibilmente camminando.
Leggendo Altritudini (Ediciclo editore, 2024) il memoir in cui Francesca ha restituito la sua esperienza di “contastorie selvatica in cammino”, non si può non rimanere colpiti, e contagiati, dal sentimento che orienta l’autrice nel percorso di ricerca e di realizzazione di sé e dell’altro dal quale prende sostanza il suo desiderio-bisogno di narrare.  “Più che di altitudini preferisco parlare di ‘altritudini’: un modo per compiere dislivelli in profondità e in altezza incontrando l’altro. Conoscere se stessi e il mondo misurandosi con le storie di chi incontriamo sul nostro cammino”, scrive D’Amico. Manifestando un sentimento che potremmo definire di laica religiosità, vale a dire un atteggiamento interiore in questo caso rivolto alla sacralità della natura e dell’essere umano. E al potere della parola. Ma religiosità intesa anche nella dimensione di vincolo, legame, come ci viene suggerito dal latino religāre: un legame con principi o valori che si connettono alla Terra sprigionando a loro volta senso di appartenenza e di riconoscenza. È da questo sentire, probabilmente, che fin dai tempi più lontani la Terra viene onorata raccontando miti, leggende e fiabe in diverse forme espressive: il racconto orale, la musica, le arti visive e la scrittura.
Francesca ha scelto e privilegiato il racconto orale, che diffonde anche come conduttrice radiofonica e con i progetti del suo Bradamante Teatro. “Chi vuole raccontare deve prima imparare ad ascoltare”, annota riferendosi al suo mestiere di narratrice. Una regola che lei ha ereditato da alcuni importanti mentori, primo di tutti il narratore contadino Zi’ Angelo, ed ha sperimentato nella realtà andando ad ascoltare, dopo l’esperienza romana e la laurea in arti e scienze dello spettacolo, le storie degli ultimi narratori contadini d’Abruzzo.
Sono molti i personaggi incontrati dalla nostra contastorie (e non cantastorie, come precisa nel libro), e molti e incisivi i segni da essi lasciati in lei. Uomini e donne che entrano in scena nel libro, grazie ai quali Francesca sviluppa e perfeziona l’arte dell’ascolto e della restituzione. Sono contadini e pastori, e poi Marcello, Augusta, Maria Domenica, le sue stesse nonne, il contadino Umberto, il cantastorie Mimmo Cuticchio; Lucio che per descrivere il senso dell’incontro ricorre al verbo “umanare”, riconoscendo nell’altro la naturale continuazione dell’io. E il regista Sandro, che come beneaugurante viatico le fa dono di uno speciale vocabolario rivolto al futuro.
L’arte della recitazione Francesca non la apprenderà a Roma, ma nella piccola scuola teatrale di Paglieta, “un paese come tanti, come quelli che vedi passando sulla A14””, dove l’amore per la cultura contadina lo può coltivare grazie a Sandro e ad Angelo, maestri che le “diedero gli strumenti per interpretare i simboli di quella cultura e per intraprendere il viaggio più significativo della mia vita”.
Il “teatro fuori del teatro”, nei boschi o lungo i sentieri della Maiella, diventa per Francesca ragione di vita e di formazione, personale e professionale. Il viaggio che compie a partire da Paglieta spingerà il suo cercare anche oltre confine, alle Svalbard e in Mongolia, dove il suo “umanare” si amplifica e si arricchisce di valore nella fertilità degli incontri.
Tra leggende, volti, voci, riflessioni e confessioni, Altritudini offre il resoconto chiaro e coinvolgente di un viaggio esistenziale ambientato nello scenario di un’antica cultura orale fondata sull’ascolto. Un memoir sincero e generoso, scritto con mano sicura ed empatica, che si pone in controtendenza rispetto allo spirito distratto, superficiale o indifferente della nostra contemporaneità. Assolutamente consigliato a chi ama la narrazione autobiografica e biografica.

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