Tra segreti bancari e umani sotterfugi
di Isabella Venturi
Con questo romanzo Isabella Venturi, a seguito della sua formazione all’interno della Libera Università dell’Autobiografia, è riuscita a fare il salto: il salto dalla scrittura autobiografica a quella della finzione, pur mantenendo – e come poteva essere altrimenti – la base nelle esperienze del proprio vissuto.
Per chi la conosce, non sarà difficile ritrovare nella protagonista, la giovane giornalista Maria, le caratteristiche dell’autrice: uno sguardo acuto e una voce diretta, sempre un sorriso sulle labbra ; coraggio, cuore e un forte senso di giustizia.
Sono queste anche le caratteristiche per cui Maria viene scelta dall’anziana Miriam, per diventare testimone della sua storia di vita. E che storia! Miriam si è appena resa colpevole di due omicidi. La polizia indaga nel buio per trovare sui suoi motivi, nel dubbio se ci siano veri motivi oppure se l’anziana sia semplicemente malata di mente. E così Maria deve indagare anche per conto della polizia criminale. La situazione si complica, quando si trova nella difficile situazione di accogliere con lealtà le ammissioni dell’anziana, fatte durante i loro incontri nella struttura psichiatrica, senza tradirla verso gli investigatori.
Man mano che il racconto dell’anziana va avanti, si sviluppa un tenero legame di profondo affetto, di un’intesa difficilmente comunicabile, tra le due donne. (Sicuramente i due nomi Maria – Miriam che si corrispondono, non sono stati scelti per caso.) Maria non può non diventare complice, portando il peso della sua decisione solitaria: non può confidarsi a nessuno ed è sola quando la seguiamo per la prima volta a piedi in cima ad un monte, dentro un’ abbandonata malga, piena di sorprese.
I confini di stato in tutto questo hanno un loro ruolo decisivo. Siamo nel Ticino. Tra l’Italia e la Svizzera, dagli anni ‘50 al passato recente, i flussi di denaro “nero” erano continui, a danno del primo e a vantaggio del secondo stato. Il romanzo ripercorre attraverso l’andamento di questi flussi le varie fasi storiche della politica italiana che Miriam aveva vissuto in pieno, contribuendo attivamente con le sue attività di corriere di contanti preziosi. Solo ora, alla fine della sua vita, si rende conto della dimensione catastrofica del concetto legale del segreto bancario, di tutte le sue implicazioni e conseguenze. Maria l’assiste in questo percorso autoanalitico e cerca di aiutarla nel salvare il salvabile: più del recupero di milioni di franchi le preme di assicurare all’anziana una prospettiva morale per poter concludere la sua vita serenamente — una vera corsa contro il tempo.
La trama, partendo dai tranquilli incontri brevi, accelera man mano che i racconti si fanno pesanti. A volte prende le connotazioni di un giallo, a volte prevale la storia psicologica del rapporto particolare tra le due donne, alcune pagine si leggono come un saggio sulla storia delle politiche italiane del mondo economico , e – come a compensare -, non mancano situazioni comiche .
Parole e gesti, pensieri e emozioni sono così ben descritti che le scene diventano reali. Sempre più emerge, anche tra le righe, il vero Leitmotiv della narrazione: il flebile confine tra legale/ illegale , giusto/sbagliato, bene/male – come un secondo confine di stato, a cui il titolo richiama: quello dello stato personale.
Sorpresa! Alla fine il romanzo offre una proposta concreta anche per chi lo ha letto.