Diari di scuola nelle periferie
Liliana Lensi
“Come tanti insegnanti, la Maestra Lensi ha avuto la responsabilità educativa di centinaia e centinaia di allievi e allieve. Ma, a differenza di altri, anno dopo anno, lei ha lasciato diverse tracce del suo lavoro: quaderni scritti a mano in modo costante e preciso, disegni, immagini fotografiche, elaborati manuali, riflessioni pedagogiche.” Potrebbero bastare questi brevi cenni di Mariangela Giusti, figlia della Maestra Lensi e curatrice -di fatto- dell’intero volume, a introdurre ‘il senso della scrittura’ di questo testo, biografico e autobiografico ad un tempo. Ma è dalla lettura delle 350 pagine del volume “ECCOCI DI NUOVO AL LAVORO. Diari di scuola nelle periferie” che emerge la complessa ricostruzione -affettiva e professionale ad un tempo- effettuata a partire dai materiali di scuola di Liliana Lensi custoditi nell’Archivio di famiglia. E’ infatti pienamente autobiografica la prima parte del testo che si estende per oltre 200 pagine ed è dedicata ai “Diari di scuola: racconti di didattica giornaliera e pedagogia vissuta”, mentre è da considerare ‘riflessiva’ -ma anche ad un tempo biografica ed autobiografica- la seconda parte dello stesso volume che raccoglie approfondimenti di una dozzina di autori, fra familiari, allievi, artisti ed esperti.
La documentazione del proprio lavoro da parte della Maestra Lensi è preceduta da una breve apertura sulle proprie vicissitudini familiari e personali contenuta in alcune pagine iniziali su ‘La giovinezza e la guerra fra Vinci e Empoli’. Successivamente lo scritto spazia dal 1948 (anno in cui la maestra realizza, fin dall’avvio degli incarichi di supplenza a 21 anni, i primi giornalini scolastici a Ginestra Fiorentina, con “una vera e propria intenzionalità educativa e didattica”) al 1973 (quando termina la scrittura dei Diari scolastici relativi ai 7 anni trascorsi presso la scuola di Avane, frazione del Comune di Empoli, significativi in particolare “…perché concludono un lungo arco temporale durante il quale la Maestra aveva intenzionalmente tenuto insieme il suo vissuto personale di donna e di madre, il lavoro didattico, l’impegno etico e civico nei confronti degli allievi e la sua ricerca costante di autoconsapevolezza professionale”).
L’evoluzione della scrittura dei Diari spazia, a sua volta, da una ‘Cronaca giornaliera’ -così definita da lei stessa- che sconta alcuni limiti di ripetitività ma consente al contempo di cogliere le “…parti riflessive, come testimonianza di una professionalità docente critica e attenta”, ad una ‘Cronaca di vita scolastica’ che, in particolare a partire dall’anno scolastico 1956/57, con intuizioni spesso originali e percorsi paralleli all’attivismo in educazione che in questi anni si sviluppava anche con il Movimento di Cooperazione Educativa, restituisce un contesto nel quale “L’esistenza quotidiana, la didattica e la vita di classe risultano come vissute e fuse insieme”.
La lettura della prima parte del testo può consentire di cogliere assonanze, riferimenti e richiami alle personali esperienze di ciascuno, anche perché si viene sollecitati dalla costante attenzione che la Maestra Lensi dedica al rispetto dei percorsi personali di ogni singolo suo allievo.
Proprio con la lettura della seconda parte del volume, dedicata agli “Approfondimenti di oggi a partire dai Diari di scuola della Maestra” richiesti ai diversi autori cui si è già fatto cenno in precedenza, si possono apprezzare i valori esistenziali che hanno caratterizzato l’intera vita della Maestra Lensi.
Approfondimenti che si sviluppano su tre diverse direttrici, connesse ai valori etici ed esistenziali, alla complessità del lavoro di insegnante, ai racconti di ex-allievi su quanto è rimasto loro impresso dei suoi insegnamenti.
Ridurre queste brevi note ad una elencazione ed un riassunto di questi singoli approfondimenti, tradirebbe lo spirito profondamente biografico ed autobiografico espresso dagli stessi autori. Concluderò quindi queste brevi considerazioni sottolineando il fatto che accanto alla modernità di spunti, modalità esperienziali e connessioni pratico- teoriche spesso anticipatrici, uno dei principali punti di forza che ho riscontrato nella lettura del volume è legato all’emergere non infrequente di connessioni associative. Come personalmente mi è accaduto, ad esempio, leggendo a pag. 94 “Proseguiamo con la lettura di Cuore. I ragazzi si appassionano e sono loro a chiedere di leggere.”, episodio che mi ha fatto ricordare -ed annotare sul libro- un momento analogo: quando cioè ho proposto e realizzato con un ragazzo adottato nell’ambito di un percorso di sostegno psicologico la lettura e il commento de “Il gabbiano Jonathan Livingstone” di Richard Bach. Una bella esperienza che d’ora in poi mi farà venire in mente anche la Maestra Lensi.