Marisa Nardini

    Nel 1975 mi laureo con 110 e lode all’Università di Pisa con una tesi sulla creatività infantile dal titolo “L’aspetto biologico-evolutivo del rituale, del giuoco, della creatività infantile” e subito dopo (gennaio 1976) parto con una borsa di studio offertami dal Ministero degli Esteri per l’Università Carlo IV di Praga.
    Fino al 1981 per circa 4 anni usufruisco di ripetute borse di studio per fare ricerca lì nell’ambito della creatività infantile, collaborando con l’Istituto di Psicologia Infantile dell’Ospedale Thomajerovà di Praga e l’Accademia cecoslovacca delle scienze ad una ricerca di etologia umana e comparata, partecipando tra l’altro a diversi congressi e conferenze, con contributi personali e diversi articoli pubblicati.
    Nel frattempo ottengo la specializzazione nel sostegno all’handicap presso l’Università degli studi di Urbino, dopo aver frequentato un corso biennale concluso con la votazione di 29/30.
    Tornata in Italia nell’estate del 1981, insegno nella scuola media inferiore ininterrottamente fino al 1994 sia nel sostegno che come insegnante curriculare.
    Nell’anno 2002 mi iscrivo al corso di laurea triennale “Operatori di pace”, attivato dall’Università di Firenze, dove vengono impartiti non solo insegnamenti di tipo frontale, ma anche esperienziale, con laboratori, stages oltre ad un tirocinio di 250 ore nell’ambito della educazione alla pace.
    All’interno del corso di laurea frequento un corso annuale a numero chiuso per ottenere il diploma di “Mediazione civile e penale”, attivato dall’Università stessa insieme alla Regione Toscana, titolo che mi abilita formalmente a praticare la mediazione come metodologia di risoluzione dei conflitti in tutta l’Unione Europea.
    All’interno di questo corso vengo a conoscere la metodologia “umanistica”, creata in Francia dalla dott. Morineau e praticata già da circa 25 anni, anche nell’ambito della mediazione penale, e dopo una serie di stage svolti in Italia e in Francia, fino al raggiungimento di 300 ore di corso, ottengo il titolo di formatore in mediazione umanistica, in grado non solo di esercitare come mediatore nei conflitti, laddove venga richiesto,ma anche di formare futuri mediatori.
    Sempre all’interno del corso di laurea vengo a conoscenza del metodo autobiografico e della Lua e nel 2006 mi iscrivo e completo il percorso di Graphein.
    Negli anni che seguono completo tutto il percorso previsto, ovvero Morphosis, Epimeleia, Ta eis eautòn fino al Odos che termino a Maggio del 2010.
    Completo anche il percorso di Agorà relativamente alle memorie territoriali e frequento diversi seminari da quello di Medicina narrativa alla “Fiaba della mia vita”, da “L’altrove è qui” al seminario di Demetrio sulla timidezza a quello sui malati di Alzheimer con il Prof.Vigorelli.
    Nel frattempo, nell’aprile del 2010 mi laureo con 110 e lode con una tesi dal titolo ”La mediazione umanistica, mediazione dell’anima”, in particolare sul ruolo dell’empatia nelle relazioni umane nel suo collegamento con la scoperta dei neuroni-specchio.
    Collaboro anche alla traduzione in Italiano dell’ultimo libro di Jacqueline Morineau, uscito quest’anno nella traduzione italiana.
    Fin dal 2009 organizzo ateliers di scrittura autobiografica in collaborazione con le istituzioni locali pratesi, oltre a stages di uno o più fine settimana come quello tenuto a Jesi in collaborazione con il Cesvi e a Borgo San Lorenzo con l’Associazione che si occupa dei malati di mielomeningocele.
    Ho in progetto un atelier con donne operate di tumore al seno in collaborazione con l’Ass. Aurora che si occupa di questa problematica e la locale USL.
    Sto portando avanti anche consulenze individuali attraverso la scrittura autobiografica, che evidenziano la potenza della scrittura nello sviluppo ed espressione del Sé.
    Collaboro con la Provincia di Prato-Assessorato Politiche giovanili su alcuni progetti di raccolta di memorie territoriali e con il Cesvot sulla formazione alle associazioni aderenti alla rete del volontariato.
    Credo infine che la sintesi fra l’esperienza del linguaggio empatico, veicolato dalla mediazione umanistica, e la scrittura autobiografica possa aprire ad una conoscenza più profonda di sé, anche relativamente ai contenuti emozionali a volte celati.

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