Il tema della scrittura brut, che in Italia mi pare sia relativamente poco trattato, comporta questioni tanto affascinanti quanto complesse. Se per i suoi aspetti figurativi l’art brut, soprattutto nelle varianti terminologiche di Outsider art e arte irregolare, pur con le sue criticità, costituisce una realtà relativamente acquisita e consolidata, nel caso della scrittura le cose appaiono più complicate e il termine diventa più enigmatico. La lingua, tanto più se mediata attraverso la scrittura, è di per sé qualcosa di meno diretto, di meno pulsionale – di meno “brut” – rispetto all’immagine. Eppure, già Dubuffet aveva parlato della scrittura come di qualcosa che può rientrare perfettamente nella poetica brut. E anche Michel Thévoz, un autore fondamentale nell’ambito di questi studi, aveva pubblicato nel 1979 un’antologia di Ecrits bruts (Paris, PUF).
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